Dall’Italia arrivano notizie a dir poco entusiasmanti. Alcune persone si stanno muovendo per sostenere il progetto di Tonj. Sono tante le idee che stanno nascendo e si stanno concretizzando così come tante sono le offerte di collaborazione, gli stimoli, le proposte. C’è chi sta pensando ed organizzando una raccolta di farmaci, chi pensa ad un impianto di potabilizzazione dell’acqua, chi ad una importante offerta in denaro. Chi si informa sui costi di spedizione … è bello ed entusiasmante tutto questo fermento non scontato ma essenziale.


Qui a Tonj tutto procede a gonfie vele. Timidamente anche la pioggia sta facendo la sua comparsa. Il lavoro non manca; per non essere da meno rispetto a quello elettrico, anche l’impianto idraulico desta qualche preoccupazione e problema. È la conseguenza di  una mancata manutenzione. Elettricità e acqua potabile in casa qui non esistono (a dire il vero non esistono nemmeno le case, la gente abita in piccole capanne di fango e paglia), così come non esistono persone capaci di garantire una corretta manutenzione a  questo tipo di impianti. Questa è una riflessione che stiamo portando avanti anche con i salesiani e le suore. Riteniamo urgente e necessaria la nascita di una piccola equipe di tecnici che dovremo formare per garantire il corretto funzionamento degli impianti elettrico e idrico. Nel confronto con gli altri responsabili della missione stanno nascendo i primi nomi di alcuni ragazzi della scuola che potrebbero essere coinvolti in questo progetto. Abbiamo ancora spazio per una riflessione ma ci sembra che potremmo  muoverci così: il gruppetto dovrebbe frequentare un corso di circa 6 mesi a Rumbek (140 Km da Tonj) presso il Centro di Formazione Professionale dei Gesuiti per conoscere e imparare a mettere mano ad un impianto fotovoltaico. Garantiremo come associazione il pagamento del corso e le spese di vitto e alloggio degli studenti. Più complessa invece è la parte idraulica per la quale non sono attivi corsi professionali. L’idea sarebbe quella, nell’estate prossima, di portare a Tonj un paio di idraulici volontari (sono aperte le candidature!), insieme a loro rivedere tutto l’impianto che letteralmente fa acqua da tutti le parti, e utilizzare questo lavoro come esercitazione e formazione per il gruppetto tecnico.
Tonj ogni giorno propone sfide. Forse è anche questo l’incanto di questo posto.


Da qui è facile collegare la riflessione al Vangelo che la Chiesa oggi ci invita a leggere e fare nostro.
Abbiamo vissuto, da quando siamo qui, numerose e belle esperienze di fraternità insieme alle tre comunità religiose che costituiscono la missione salesiana di Tonj: i salesiani di don Bosco, le figlie di Maria Ausiliatrice e le suore missionarie di Maria Aiuto dei Cristiani. Ogni volta che preghiamo, mangiamo, giochiamo o ci divertiamo insieme a loro si fa spazio nel cuore la convinzione che incontrare Dio è la cosa più bella che ti possa succedere, è una sorpresa per cui vale davvero la pena di abbandonare tutto, una gioia che ti fa abbandonare tutto il resto. Le loro vite, i loro ritmi di lavoro e i loro sorrisi ci comunicano tutto questo. Mi auguro che il loro sorriso, la loro vita difficile ma felice spinga i nostri giovani volontari a riflettere e a mettersi in discussione, o almeno a farsi qualche domanda.  Il Vangelo di oggi ci propone due brevi parabole che vedono come protagonisti un bracciante e un mercante che trovano e fanno proprio un tesoro prezioso. Il bracciante, che non possiede la terra che coltiva, trova il tesoro per caso, inaspettatamente. Il mercante trova la perla dopo una lunga ed accurata ricerca. Al centro della pagina di Vangelo c’è un piccolo e semplice inciso che mi piace consegnare alla riflessione di ciascuno: spinto dalla gioia. Il bracciante è spinto dalla gioia. È la gioia a spingere quest’uomo a raccogliere tutti i suoi risparmi per comprare quel campo in cui è nascosto il tesoro. È la gioia a muovere il mercante di perle a vendere tutto per comprare quella perla. Entrambi scoprono che vale la pena dare tutto ciò che si ha per comprare il campo e la perla. Nulla eguaglia la gioia dello scoprirsi amati da Dio. Molti cristiani pensano che la fede sia qualcosa di giusto, di doveroso, di importante ma mortalmente noioso. La parabola di oggi ribalta questa convinzione. È la gioia che spinge; è la gioia che converte e convince; è la gioia che fa cambiare … quella gioia che vediamo sul viso di Padre Joseph, di Padre Tamil, di Sister Dona, di Sister Shanty, di Sister Dolores e delle loro consorelle.

Che bello sarebbe che questa gioia, almeno un poco, fosse un po’ più evidente sui nostri volti, nelle nostre scelte, nei nostri cuori.
Gesù ci dice anche un’altra cosa molto importante. Ci dice che la vita è come una caccia al tesoro. Ci vuole costanza e fiducia nel cercare; ci vogliono passione e curiosità per lasciarci incontrare da Dio.
Una cosa è certa: l’incontro con Dio e la scoperta del suo Regno è la cosa più bella che ci possa accadere. L’incontro con Dio è fonte di una gioia incontenibile che fa passare in secondo piano tutto il resto, tutto ciò che credevamo essenziale.
Dio è gioia. Dio non è un giudice accigliato, severo, scostante e bizzarro. Dio non è incomprensibile e lunatico. Dio è gioia … e noi se lo vogliamo possiamo esserne il riflesso.
Grazie davvero! A ciascuno auguro di essere davvero gioioso.
Grazie per tutti i messaggi e le tante promesse di impegno che ci arrivano dall’Italia insieme alle svariate idee. Speriamo diventino contagiose, spingano altri ad attivarsi. Rinnovo l’appello ad idraulici ed elettricisti e abbraccio tutti.
Dio vi strabenedica
OMAR

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